Il presepeè una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico. Sono riconducibili al racconto di Luca la mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo. Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell’arte sacra: Maria ha un manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l’umiltà.
Molti particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe traggono inoltre ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni. Il bue e l’asinello, ad esempio, simboli immancabili di ogni presepe, derivano dal cosiddetto protovangelo di Giacomo e da un’antica profezia di Isaia che scrive “Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone”.
Anche la stalla o la grotta in cui nacque il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. In ogni caso a Betlemme la Basilica della Natività sorge intorno a quella che è indicata dalla tradizione come la grotta ove nacque Cristo e anche quest’informazione si trova nei Vangeli apocrifi.
I Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell’infanzia. In particolare, quest’ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani: Melkon (Melchiorre), Gaspar (Gaspare) e Balthasar (Baldassarre), anche se non manca chi vede in essi un persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un etiope (recante la mirra). Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa.
Nei giorni compresi tra il 26-28 dicembre 2019, ha avuto luogo nella nostra casa religiosa a Castel Sant’Elia l’annuale raduno dei confratelli della Provincia Italo - Svizzera. Sono stati giorni di lavoro, di condivisione e anche di programmazione del lavoro pastorale ed educativo. Non è mancato in questo percorso uno sguardo carico di speranza fiduciosa verso il futuro.
Nel primo giorno, 26 dicembre 2019 nella festa di Santo Stefano il Superiore Provinciale P. Raffaele Gadek ha conferito il ministero dell’accolitato al sem. Jarek Lechociński. Auguriamo di cuore al seminarista Jarek di proseguire nella preparazione spirituale e teologica in vista dell’ordinazione diaconale e presbiterale.
Nel secondo giorno 27 dicembre, Padre Stanisław Kilar Consigliere Generale ha tenuto una profonda riflessione sul tema: “Opera di Dio – P. Markiewicz e i tratti della sua eredità, una ricchezza per la Chiesa universale, consegnati tramite la Congregazione di San Michele”.
Un punto importante è stata la celebrazione della Santa Messa con il Vespro presieduta dai P. Marek Arciszewski e P. Adam Sitarz in occasione del loro 25° del sacerdozio.
L’incontro annuale si è concluso il 28 dicembre la mattina presto, per dare ai confratelli spazio di tempo sufficiente per poter ritornare alle loro comunità e alle loro case religiose. Buon lavoro e Buon Anno a tutti!
Nel giorno in cui la Chiesa ricordava la figura di Santo Stefano, nella Basilica di san Giuseppe, tutta la Comunità dei padri Micaeliti ha vissuto un momento di grande gioia per il Conferimento del Ministero del dell’Accolitato al seminarista Jarosław Lechociński da parte del superiore provinciale Raffaele Gadek.
Questa tappa, è voluta dalla Chiesa affinché i chiamati al sacerdozio inizino a prestare debitamente a Dio il culto sacro e offrano un servizio degno al popolo di Dio.
L’accolito, scelto per esercitare e per partecipare in modo particolare al ministero della Chiesa, ha la funzione di aiutare il Diacono e il sacerdote nell’esercizio delle loro funzioni, specialmente nel servizio dell'Altare, e ha la facoltà di distribuire, come ministro straordinario, la Santa Comunione.
Sem. Jarek, proseguendo nel cammino della sua formazione verso il Sacerdozio, dovrà impegnarsi ad acquisire una pietà sempre più ardente verso l’Eucarestia, coniugando degnamente tutta la sua vita al mistero centrale della nostra fede, imparando ad offrirsi completamente a Dio e avendo un amore sincero per il popolo cristiano, soprattutto verso i deboli e i malati.
Così facendo sarà confermato nel suo servizio e crescerà nella fede e nella carità per l'edificazione del Regno di Dio, affinché maturi sempre di più in lui quell’adesione piena a Colui che è fonte e origine di ogni chiamata al servizio della Chiesa.
Oggi celebriamo la solennità di Maria Immacolata, che si colloca nel contesto dell’Avvento, tempo di attesa: Dio compirà ciò che ha promesso. Ma nell’odierna festa ci è annunciato che qualcosa è già compiuto, nella persona e nella vita della Vergine Maria. Di questo compimento noi oggi consideriamo l’inizio, che è ancora prima della nascita della Madre del Signore. Infatti, la sua immacolata concezione ci porta a quel preciso momento in cui la vita di Maria cominciò a palpitare nel grembo di sua madre: già lì era presente l’amore santificante di Dio, preservandola dal contagio del male che è comune eredità della famiglia umana.
Così possiamo riassumere uno dei tanti bellissimi pensieri del vescovo Romano Rossi che ha celebrato la Santa Messa in onore dell'Immacolata Concezione della Beata Maria Vergine. La Santa Messa è stata concelebrata dai sacerdoti micaeliti del santuario. A termine della Santa Messa il vescovo ha benedetto il nuovo presepe allestito all'esterno della Chiesa di san Giuseppe.
Erano presenti le autorità civili: il sindaco di Castel Sant'Elia, arch. Vincenzo Girolami con i consiglieri Cecilia Paolucci e Francesco Rosavini, il Tenente Davide Querci e numerosi fedeli.
Il 13 maggio 2019, nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Madonna di Fatima presso l’Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, ha avuto luogo l’ordinazione episcopale di Monsignor Tymon Tytus Chmielecki, ora Nunzio Apostolico in Guinea e Mali. Poi, il 16 giugno abbiamo ospitato nel Santuario con molta gioia il Segretario di Stato, Card. Pietro Parolin, il nostro vescovo Romano e l’arcivescovo Tymon Tytus.
Il Signore ha proprio voluto che all’inizio del Tempo di Avvento di quest’anno, sia Lei, ha detto il rettore del Santuario, rivolgendosi al Mons. Tymon Tytus, a presiedere questa Concelebrazione Eucaristica. Per questo motivo, La ringrazio e desidero esprimerLe pubblicamente tutta la mia stima e la mia gratitudine perché, nonostante sia venuto in Europa per pochi giorni, dividendosi tra Polonia e Italia, ha voluto lo stesso trovare il tempo per venirci a visitare.
Questo fatto è per noi un’ulteriore prova che Lei ci vuole bene e che ritorna volentieri nel luogo in cui è venuto a esercitare per tanti anni il suo ministero sacerdotale. Possiamo pensare che Lei sia venuto nuovamente qui innanzitutto per affidare il suo ministero alla Madonna Santissima ad Rupes, ma anche perché in questo luogo trova sempre tante persone che Le vogliono bene e che Le sono grate per la sua testimonianza di vita e per il suo ministero sacerdotale.
Da parte nostra, promettiamo di pregare sempre per Lei, perché il ruolo di Nunzio apostolico non è certamente facile, e preghiamo il buon Dio affinché Lei possa far conoscere in Guinea e Mali il Vangelo di Cristo e tutte le iniziative di pace intraprese dalla Chiesa e da Papa Francesco.