La rugiada è benefica per la vegetazione.
All’alba di sabato 25 maggio, stille leggere, impercettibili gocce di rugiada sulla vegetazione hanno accompagnato il cammino delle persone che hanno partecipato al consueto pellegrinaggio mariano presso il Santuario di Maria SS.ma ad Rupes. Da Trevignano, Nepi, Civita Castellana, Castel Sant’Elia i pellegrini si sono messi in cammino già nella notte. Quest’anno poi, dopo parecchi anni di oblio e di abbandono, i pellegrini provenienti da Castel Sant’Elia hanno percorso la via dei Santi, un cammino che collega la Basilica romanica alla Grotta Santa del Santuario.
Frà Giuseppe Andrea Rodio, del quale ricorre quest’anno il bicentenario della sua chiamata al Padre, già nel 1777 migliorò e rese meno pericoloso il sentiero per permettere a tutti i fedeli di venerare l’immagine di Maria nella Grotta Santa. Oggi, si è reso nuovamente praticabile il percorso originale, che consente ai fedeli di adorare l’immagine della santa patrona della diocesi.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal S.E. Mons. Romano Rossi e concelebrata da tutti i sacerdoti che hanno guidato i fedeli nel cammino. Nell’omelia, il Vescovo ha completato la Parola di Dio con una riflessione sulla figura di Bernadette e la Madonna di Lourdes. “Il Signore ha aperto una finestra attraverso Maria all’umanità. Un rivolo di acqua sgorgò a Lourdes. Acqua. Dono di vita, risposta ai bisogni di salvezza dell’uomo. Lui vive in noi, beati i piccoli che lo accoglieranno. La sete di tanti. Fiumi di acqua viva. Segno di vita piena che Lui ci dona.” Gocce di rugiada sul cammino verso Maria SS.ma ad Rupes. Acqua benefica per l’animo umano. Dono di vita.
Come sempre, da tutti è stato accolto l’invito del Rettore del Santuario Padre Stanislao di condividere una colazione comunitaria nel chiostro del Santuario. La nebbia piano piano si dissolve. Si medita e si riflette sull’acqua viva. “Lui è il pozzo. Chi ha sete venga a me”. La rugiada è benefica.
Terzo giorno del Triduo Santo - La Veglia pasquale che è la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore, nel cuore del Triduo Pasquale della Passione, morte e Risurrezione di Gesù.
È la celebrazione più importante dell’anno liturgico, perché celebra la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte.
È la più ricca liturgia di tutto l’Anno Liturgico, ed è articolata in modo da essere la “Madre di tutte le veglie”, la celebrazione dalla quale nascono tutte le altre.
Oggi, Venerdì Santo: l’altare è nudo: senza croce, senza tovaglia, senza candele: segni evidenti della desolazione e della morte.
Oggi la comunità cristiana non celebra l’Eucaristia perché il clima di festa non si addice all’evento che riempie il suo ricordo e motiva il suo digiuno (cf Mc 2,19-20): la morte del suo Signore e Sposo. L’azione liturgica è dominata dalla croce; manifestazione luminosa dell’amore divino spinto alla follia, la croce lascia spazio solo al silenzio e alla contemplazione.
Con la celebrazione della Messa In Coena Domini inizia il Triduo Pasquale, cuore della vita e della fede di tutta la Chiesa. Inizia con la memoria dell’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli, nel cenacolo di Gerusalemme, una cena d’addio, nella quale il Signore consegna se stesso, nel pane spezzato e nel vino condiviso con i suoi amici, e affida per sempre alla comunità dei suoi il dono dell’Eucaristia, il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il memoriale che, in ogni messa, “ri-presenta”, rende presente il sacrificio della croce e la potenza della Risurrezione.
Fa sempre impressione il modo solenne con cui l’evangelista Giovanni introduce l’azione, per sé umile e concreta, di Gesù: «Gesù, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita».
Così si esprimeva Papa Benedetto: «Dio scende e diventa schiavo, ci lava i piedi affinché noi possiamo stare alla sua tavola. In questo si esprime tutto il mistero di Gesù Cristo. Continuamente Egli è questo amore che ci lava; nei sacramenti della purificazione - il battesimo e il sacramento della penitenza - Egli è continuamente inginocchiato davanti ai nostri piedi e ci rende il servizio da schiavo, il servizio della purificazione, ci fa capaci di Dio».