O San Giovanni Paolo, dalla finestra del Cielo donaci la tua benedizione! Benedici la Chiesa, che tu hai amato e hai servito e hai guidato, spingendola coraggiosamente sulle vie del mondo per portare Gesù a tutti e tutti a Gesù. Benedici i giovani, che sono stati la tua grande passione. Riportali a sognare, riportali a guardare in alto per trovare la luce, che illumina i sentieri della vita di quaggiù.
Benedici le famiglie, benedici ogni famiglia! Tu hai avvertito l’assalto di satana contro questa preziosa e indispensabile scintilla di Cielo, che Dio ha acceso sulla terra. San Giovanni Paolo, con la tua preghiera proteggi la famiglia e ogni vita che sboccia nella famiglia.
Prega per il mondo intero, ancora segnato da tensioni, da guerre e da ingiustizie. Tu hai combattuto la guerra invocando il dialogo e seminando l’amore: prega per noi, affinché siamo instancabili seminatori di pace.
O San Giovanni Paolo, dalla finestra del Cielo, dove ti vediamo accanto a Maria, fa' scendere su tutti noi la benedizione di Dio. Amen.
Angelo Card. Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano
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Preghiera a San Giovanni Paolo II (PDF) |
Caro Papa Giovanni, la tua persona semplice e mite profumava di Dio e accendeva nel cuore il desiderio della bontà.
Tu parlavi spesso della bellezza della famiglia raccolta attorno alla mensa, per condividere il pane e la fede: prega per noi, affinché vere famiglie tornino ad abitare nelle nostre case.
Tu a larghe mani hai seminato speranza e ci hai educato a sentire il passo di Dio, che prepara una nuova umanità: aiutaci ad avere un sano ottimismo per vincere il male con il bene.
Tu hai amato il mondo con le sue luci e le sue ombre e hai creduto che la pace è possibile: aiutaci ad essere strumenti di pace nelle case e nelle piazze.
Tu con paterna dolcezza hai consegnato una carezza per tutti i bambini: così hai commosso il mondo e ci hai ricordato che le mani ci sono state donate non per colpire, ma per abbracciare e asciugare le lacrime.
Prega per noi, affinché non ci limitiamo a piangere il buio ma accendiamo la luce, portando dovunque Gesù e pregando sempre Maria. Amen.
Angelo Card. Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano
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Preghiera a San Giovanni XXIII (PDF) |
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CANONIZZAZIONE DEI BEATI GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO (PDF) |
Come non rallegrarsi della vittoria di Colui che così ingiustamente è stato condannato alla passione più terribile e alla morte sulla Croce!
Questa è la verità straordinaria, l’evento più importante della storia: Gesù va oltre il sepolcro perché è la Vita; vince le tenebre della morte perché è la Luce.
Dalla Risurrezione di Gesù attingiamo coraggio, secondo la parola del Signore “confortatevi, io ho vinto il mondo”, perché la Risurrezione è la più grande vittoria contro le forze del male.
La luce della gloria della risurrezione di Cristo sia sorgente di vita nuova per noi tutti e illumini la strada che, attraverso la Croce, porta alla salvezza.
Condividendo con voi, fratelli carissimi, la gioia pasquale, vi auguriamo l’abbondanza dei doni divini e in modo particolare la pace di cui il mondo di oggi ha tanto bisogno.
Il Cristo Risorto diventi per tutti noi la Forza, la Grazia e la Luce. Buona Santa Pasqua!
Uniti nella preghiera davanti alla Madonna “ad Rupes”.
Il Rettore e la Comunità dei Padri Micheliti
Auguri di Buona Pasqua Padre Francesco
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“Ma che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione? Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure. Dio è così: Lui fa sempre il primo passo, Lui si muove verso di noi. Gesù ha vissuto le realtà quotidiane della gente più comune: si è commosso davanti alla folla che sembrava un gregge senza pastore; ha pianto davanti alla sofferenza di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro; ha chiamato un pubblicano come suo discepolo; ha subito anche il tradimento di un amico. In Lui Dio ci ha dato la certezza che è con noi, in mezzo a noi. «Le volpi – ha detto Lui, Gesù – le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20). Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è aprire a tutti le porte di Dio, essere la presenza di amore di Dio.
Nella Settimana Santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l’umanità. Gesù entra in Gerusalemme per compiere l’ultimo passo, in cui riassume tutta la sua esistenza: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppure la vita. Nell’Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane e distribuisce il calice “per noi”. Il Figlio di Dio si offre a noi, consegna nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi. E nell’Orto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non oppone resistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso fino alla morte (cfr Is 53,12).
Gesù non vive questo amore che conduce al sacrificio in modo passivo o come un destino fatale; certo non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta, ma si affida con piena fiducia al Padre. Gesù si è consegnato volontariamente alla morte per corrispondere all’amore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volontà, per dimostrare il suo amore per noi. Sulla croce Gesù «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Ciascuno di noi può dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Ciascuno può dire questo “per me”.
Che cosa significa tutto questo per noi? Significa che questa è anche la mia, la tua, la nostra strada. Vivere la Settimana Santa seguendo Gesù non solo con la commozione del cuore; vivere la Settimana Santa seguendo Gesù vuol dire imparare ad uscire da noi stessi - come dicevo domenica scorsa - per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto. C’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore!