RITIRO SPIRITUALE A SUBIACO DEI GRUPPI DI PREGHIERA “SAN MICHELE ARCANGELO” E “ROSA DEL S. ROSARIO”

Domenica 16 febbraio, di primo mattino p. Pietro Burek, Rettore del nostro Santuario, ha riunito i due gruppi di preghiera da lui diretti: “San Michele Arcangelo” e “Rosa del S.Rosario” per condurli, assieme al seminarista Luca, ad un ritiro spirituale a Subiaco, un paese della provincia di Roma, posto in alto sulla valle del fiume Aniene. E’ questo un luogo molto bello e suggestivo, al punto che lo stesso Nerone fece costruire qui una grande villa.

Il numeroso e festoso gruppo, giunto a Subiaco al Monastero “Sacro Speco” di San Benedetto, è rimasto subito colpito dalla suggestiva bellezza del Santuario, addossato alla parete di roccia ed al quale si accede attraversando una strada in salita, lungo un boschetto di lecci. Giunti all’interno della struttura, i pellegrini e padre Pietro si sono sistemati in una cappella posta di fronte alla “Sacro Speco”, la grotta che per tre anni ospitò il grande Santo. Qui tutti hanno potuto pregare le Lodi mattutine, cui ha fatto seguito una visita guidata dell’intera struttura. I partecipanti hanno avuto modo di venire a conoscenza di molte notizie circa il luogo sacro e la sua storia attraverso le parole di Cecilia, la guida del santuario che, con la sua preparazione, la sua simpatia, disponibilità e professionalità, è riuscita a coinvolgere tutti in un ascolto attento che a tratti diventava preghiera contemplativa. Il “Sacro Speco” è una grotta nella quale san Benedetto, poco più che adolescente, soggiornò per ben tre anni per fare un’esperienza eremitica, terminata un giorno, all’improvviso, quando nei pressi di questo luogo si radunarono alcuni pastori giunti per caso nelle vicinanze. Essi rimasero colpiti dalle parole e dalla bontà che emanava da San Benedetto e decisero di seguirlo nella via di perfezione e di santificazione: nasceva così la vita cenobitica benedettina. Proprio per questo motivo, possiamo considerare il Sacro Speco come la vera culla del monachesimo occidentale. San Benedetto vi rimase 15 anni durante i quali fondò il primo monastero, dedicandolo a san Clemente e poi altri 12 piccoli monasteri, tutti dipendenti da lui e composti da 12 monaci, posti lungo la cosiddetta “Valle Santa”. L’invidia di un confratello lo costrinse infatti a cambiare sede e si diresse a Cassino, dove visse altri 18 anni, fondò la famosa Abbazia di Montecassino nella quale redasse la sua Regola definitiva e dove morì nel 547.

Terminata la visita guidata, il numeroso gruppo si è raccolto nuovamente in cappella per la meditazione, durante la quale di p. Pietro ha proposto una riflessione sul recente discorso del santo padre Francesco ai fidanzati e agli sposi. “Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano”. E’ il suggerimento che il papa ha voluto dare agli sposi di tutto il mondo ispirandosi al Padre Nostro e che la nostra guida spirituale ci ha ricordato facendo poi anche riferimento a tre punti fondamentali del discorso : la paura del “per sempre”, lo stile di vita matrimoniale che è il “vivere insieme” ed lo stile della celebrazione del matrimonio. Un matrimonio non è riuscito solo se dura ma è importante la sua qualità: stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. E poi ancora: chiedere permesso significa saper entrare con cortesia nella vita degli altri….L’amore vero non si impone con durezza e aggressività. Ed infine p. Pietro, rifacendosi alle parole di papa Francesco, ha ricordato quanto sia importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio e ai doni si dice “grazie!” E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa…e crescere insieme. E i figli avranno questa eredità di aver avuto un papà e una mamma che sono cresciuti insieme, facendosi – l’uno all’altro – più uomo e più donna!”

Ma p. Pietro è andato ancora oltre e nei suoi spunti di riflessione ha parlato dello Spirito Santo: “al centro di una relazione c’è l’amore di Dio, che agisce attraverso il suo Spirito. Dio effonde il suo amore nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo e noi lo sentiamo nel profondo del nostro cuore”. A questo punto p. Pietro ha sollecitato nei presenti la risposta ad alcune domande: “siamo aperti, docili, ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo? Ne facciamo esperienza nella nostra vita? Nei nostri incontri, nel discernimento? C’è una sete di infinito dentro di noi? C’è sete di amore? E’ questo il punto di partenza! E poi c’è un secondo passo: invocare lo Spirito Santo. Abbiamo fatto insieme la visita a questo Monastero: ci sono poche chiese in cui viene raffigurato il percorso di vita di Gesù e Maria con tutta una serie di affreschi. Iniziando dall’esterno, attraverso la Scala santa, nella Chiesa inferiore abbiamo visto la raffigurazione dei misteri della gioia e poi, nella Chiesa superiore, quelli del dolore e della gloria. Qui il ciclo si chiude con la Pentecoste: la fondazione della Chiesa col dono dello Spirito Santo a Maria e agli apostoli riuniti nel cenacolo e dunque anche a noi, attraverso la successione apostolica.”

Dopo la pausa di riflessione, il gruppo si è recato a Subiaco paese, per il pranzo al termine del quale si è trasferito al Monastero di santa Scolastica, per una visita guidata all’interno della struttura. Si tratta di uno dei monasteri fondati da San Benedetto nella regione sublacense e dedicato nel XIV secolo a santa Scolastica, sua sorella gemella. La struttura è posta poco sotto al Sacro Speco ed è un complesso maestoso composto da edifici di diversa epoca e di diverso stile. Durante la visita abbiamo appreso che nel 1944 la facciata e parte di uno dei chiostri andarono distrutti durante un bombardamento. Bellissimi i chiostri interni: il primo risalente al 1580 ed il secondo, “gotico”, risalente alla fine del XIII secolo ed infine un terzo “cosmatesco”, con intorno un galleria tutta affrescata e al centro del quale è posto un pozzo d’acqua piovana con un sistema di canalizzazione che permetteva il rifornimento diretto alle cucine. Ma questo monastero ha il vanto e il merito di essere divenuto, intorno alla metà del 1400, la culla della stampa in Italia. Era questo il periodo in cui a Magonza, culla della stampa, ci furono gravi disordini e due tipografi l’abbandonarono per venirsi a stabilire proprio a Subiaco, in questo Sacro luogo e vi stamparono quattro importanti libri (tra i 275-300 esemplari ciascuno) di tre grandi autori: Cicerone, sant’Agostino e Lattanzio.

Terminata la visita, tutti si sono trasferiti di nuovo al Sacro Speco per la Santa Messa celebrata nella cappellina. E’ stato questo il coronamento e il punto più alto dell’intero ritiro. Durante la sua omelia p. Pietro ha focalizzato l’attenzione dei presenti su alcune “caratteristiche” dello Spirito Santo, con queste parole: “La Bibbia usa dei termini che vanno interpretati e quando parla di Spirito, lo chiama “Ruah”, che significa soffio, alito, vento. Lo Spirito è dunque energia, è ciò che mette in movimento, è slancio per intraprendere azioni folli, come quelle dei martiri e di quanti hanno il coraggio di andare controcorrente . Lo Spirito è libertà : è Lui che libera dai desideri della carne ed è sempre Lui che libera dal “dovere” perché il dovere stesso, ovvero la Legge, se vissuta nello Spirito diventa una possibilità da vivere e allora la vita diventa un cammino secondo lo Spirito stesso che è amare Dio, assecondare i desideri dell’anima che si sente di appartenere a Lui. E così la legge non viene più a costringerci dall’esterno e ci rende gioiosi nell’obbedire. Per questo motivo Gesù viene a darci le Beatitudini: esse sono infatti completamento dei Comandamenti. Con le Beatitudini, Gesù mette in primo piano la vita secondo lo Spirito che libera dai vincoli e ci dona la libertà di figli. Ma lo Spirito è anche Amore: è solo nella libertà che l’amore può nascere e la famiglia è il luogo in cui si vive l’amore concreto”. Padre Pietro ha proseguito la sua omelia dicendo:” La famiglia è il più potente esorcismo contro satana, ecco perché è così attaccata in questi ultimi tempi! Lo Spirito è anche Pace, il collante che tiene insieme il mondo e che ci fa riconoscere ogni uomo come fratello, ed è anche Luce: quando non sappiamo che decisione prendere e quando ascoltiamo e mettiamo in pratica la parola di Dio, che diventa luce sul nostro cammino. Ed infine lo Spirito è Rinascita: nel Battesimo che abbiamo ricevuto l’acqua ci ha rimandati alla passione,morte e resurrezione del Signore, facendoci rinascere a vita nuova e mettendoci in condizione di vivere questa nuova vita secondo lo Spirito”.

Padre Pietro ha poi concluso la sua omelia proponendo una preghiera che gli ha insegnato la sua cara mamma quando ancora era piccolino, una preghiera che non ha mai smesso di recitare:

“Spirito Santo Dio,
che illumini il cuore e la mente,
accresci in me lo zelo e le mie capacità,
affinché ciò che sto imparando
sia utile a me e agli altri in questa vita e per l’eternità.
Per Cristo nostro Signore. Amen”.

In tarda serata, col cuore pieno di gratitudine per l’esperienza di preghiera e di comunione vissuta tutti hanno fatto ritorno felici alle loro case e alle loro famiglie.

Marina SPINOSA

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