VIVERE LA SETTIMANA SANTA

“Ma che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione? Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure. Dio è così: Lui fa sempre il primo passo, Lui si muove verso di noi. Gesù ha vissuto le realtà quotidiane della gente più comune: si è commosso davanti alla folla che sembrava un gregge senza pastore; ha pianto davanti alla sofferenza di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro; ha chiamato un pubblicano come suo discepolo; ha subito anche il tradimento di un amico. In Lui Dio ci ha dato la certezza che è con noi, in mezzo a noi. «Le volpi – ha detto Lui, Gesù – le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20). Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è aprire a tutti le porte di Dio, essere la presenza di amore di Dio.

Nella Settimana Santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l’umanità. Gesù entra in Gerusalemme per compiere l’ultimo passo, in cui riassume tutta la sua esistenza: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppure la vita. Nell’Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane e distribuisce il calice “per noi”. Il Figlio di Dio si offre a noi, consegna nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi. E nell’Orto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non oppone resistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso fino alla morte (cfr Is 53,12).

Gesù non vive questo amore che conduce al sacrificio in modo passivo o come un destino fatale; certo non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta, ma si affida con piena fiducia al Padre. Gesù si è consegnato volontariamente alla morte per corrispondere all’amore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volontà, per dimostrare il suo amore per noi. Sulla croce Gesù «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Ciascuno di noi può dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Ciascuno può dire questo “per me”.

Che cosa significa tutto questo per noi? Significa che questa è anche la mia, la tua, la nostra strada. Vivere la Settimana Santa seguendo Gesù non solo con la commozione del cuore; vivere la Settimana Santa seguendo Gesù vuol dire imparare ad uscire da noi stessi - come dicevo domenica scorsa - per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto. C’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore!

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INAUGURAZIONE DEL NUOVO ORGANO DELLA GROTTA DELLA MADONNA “AD RUPES”

Domenica 13 aprile, nella Solennità delle Palme un grandissimo numero di fedeli ha riempito la Grotta di Maria Santissima “ad Rupes” per partecipare alla santa Messa solenne celebrata dal Rettore del nostro Santuario, p. Pietro Burek. Tra i fedeli, presenti anche il Sindaco di Castel Sant’Elia Rodolfo Mazzolini e il Vice Sindaco Elvio Parmeggiani.

All’inizio della Celebrazione Eucaristica, prima della benedizione dei rami d’ulivo, si è tenuto un rito molto suggestivo: quello della benedizione del nuovo organo, acquistato grazie alla generosità di alcuni benefattori.

Nella celebrazione liturgica la musica sacra ha grande importanza e l'organo ha un ruolo di particolare rilievo in Chiesa perché, “accompagnando i canti e i momenti liturgici, può aggiungere splendore alla celebrazione, favorire la preghiera dei fedeli e innalzare la loro mente a Dio”. Come ha spiegato p. Pietro prima della benedizione,” l’idea di acquistare un nuovo organo è nata i primi di dicembre poiché ormai si era reso necessario sostituire il vecchio organo, che da tempo mostrava ormai segni di cedimento ed ora si trova nella chiesetta di San Michele Arcangelo…La grotta della Madonna è il cuore di questo Santuario: in essa si svolgono tante importanti celebrazioni, matrimoni. battesimi ed era fondamentale, in prossimità della Pasqua e del mese di maggio dedicato alla Madonna, poter lodare, pregare e cantare al Signore accompagnati dal suono di un buon organo”. Dopo la proclamazione della Parola di Dio p. Pietro ha fatto questa bellissima preghiera di benedizione dell’organo:

“Sii benedetto, Signore Dio nostro,
bellezza antica e sempre nuova,
che governi il mondo con la tua sapienza
e con la tua bontà lo rivesti di splendida luce;
a te cantano i cori degli angeli,
sempre pronti ad ogni tuo cenno;
a te inneggiano gli astri del cielo,
nel ritmo costante del cosmo;
te santo proclama l'assemblea dei redenti,
e con il cuore, la voce, la vita
celebra la gloria del tuo nome.

Anche noi, tuo popolo,
radunato in festa nella tua casa,
ci uniamo al canto universale,
magnificando con la Vergine Maria
i prodigi del tuo amore;

concedi la tua benedizione
a tutti gli interpreti e cantori della tua lode
e a questo strumento sonoro,
perché accompagnati dai suoi accordi armoniosi
possiamo associarci alla liturgia del cielo.
Per Cristo nostro Signore.

Il Rettore ha quindi asperso l’organo con l’acqua benedetta e lo ha incensato, spiegando che il profumo dell’incenso che sale verso l’alto simboleggia la preghiera dei fedeli che sale a Dio.

Ed infine, con grande gioia e gratitudine, p. Pietro ha ringraziato la Fondazione Carivit di Viterbo ed i benefattori che hanno contribuito generosamente alla realizzazione dell’importante progetto. Ha poi preso la parola il seminarista William che ha rivolto una bellissima preghiera a Maria Santissima, Regina della musica e delle Arti. Ed infine p. Pietro ha affidato alla Madonna gli organisti e il loro servizio.

Il nuovo organo, opera della famosa ditta italiana “Viscount”, è stato inaugurato dai tre organisti del Santuario - Bruno Darida e i seminaristi Paolo e William - durante la solenne Celebrazione Eucaristica nella solennità della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, che è iniziata subito dopo la benedizione solenne.

Agli organisti del Santuario il nostro augurio: possano essi essere sempre “centrati” in Dio e provare la grande gioia e la soddisfazione di aver servito fedelmente il Signore attraverso l’animazione liturgico - musicale che aiuta i fedeli ad elevarsi verso Dio, aiutando in tal modo il Signore a costruire un mondo migliore, di amore, solidarietà e di pace.

Marina SPINOSA

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